Friday, December 24, 2010

ZDEUS, GIUPPITER IN GRECO

Anche se io fosse mai stato
Un fannullone ancora più sfacciato,
Non mi sarebbe mai capitato
Di aver concepito un simile reato:
Zdeus, Giuppiter in greco,
Era il nome del mostro di cui parlo,
E l’aveva da poco messo a punto
Un conosciuto a metà pazzo a metà lucido,
Che, al tornare a casa, visitavo
In un pomeriggio grigio nel grigio
Permanente di San Paolo.
Mi spiego - si trattava di un programma da computer
destinato a essere di utillizzo per chiunque
capitasse di volere comporre versi.
E attesto che, con un premere di bottone,
Ne sprizzava, ed in mucchi in effetti,
Come l’orgoglioso inventore
Ha insistito in quella stessa occasione
Con vera virtuose in fare dimostrazione:
Dammi un titolo, lui mi aveva detto,
E in due o tre minuti, oppure meno,
L’artefice poetaccio ne avrà tutto un testo
Con un unico tasto di ditto prodotto.
Di pure, pensi adesso ad un argomento!
Ed io in sfida ho sfortunatamente proposto:
Come ti pare ZDEUS, GIUPPITER IN GRECO?.
Ed ecco quassù verbatim riprodotti
I versi che ho visto con i propri occhi,
Ve lo giuro, in uno solo sputo,
Venire dal congegno stupido composti.

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